Con una scrittura di acuminata precisione, capace di muoversi tra i registri più vari, in un susseguirsi di scene in cui sempre lampeggia il genio della donna di teatro, Yasmina Reza è abilissima nel far affiorare, appena sotto la superficie smaltata delle apparenze, solitudine e violenza, disperazione e risentimento; e riesce a condurre la danza dei personaggi di questo romanzo – mogli inquiete e mariti perplessi, amanti insoddisfatte e libertini mediocri, giovani in fuga dalla vita e vecchi abitati dalla morte – senza mai allontanarsi dalla lucidità intransigente di chi cerca di dire senza orpelli qualcosa che è.
«Non è tenera Yasmina Reza, ha la penna affilata e lo sguardo chirurgico fino alla crudeltà. Ma è così intelligente che il viaggio attraverso il suo libro non lascia indenne il lettore». CRISTINA DE STEFANO
«Non è tenera Yasmina Reza, ha la penna affilata e lo sguardo chirurgico fino alla crudeltà. Ma è così intelligente che il viaggio attraverso il suo libro non lascia indenne il lettore». CRISTINA DE STEFANO