Spesso nei romanzi di Simenon la famiglia è come una cassetta di dinamite: un gesto piú brusco, una scossa piú violenta delle altre può provocare una catastrofe. Nessuno, ad esempio, avrebbe potuto immaginare quale carica di odio gravasse sull'atmosfera del Gran Noce, la fattoria dei Roy. Forse gli stessi protagonisti ne erano, in certo modo, inconsapevoli, finché non entrò in casa lo sconosciuto: quasi uno spettro, ferito e privo di memoria a causa di un incidente stradale. Chi era? da dove veniva? Perché aveva in tasca un foglietto con l'indirizzo del Gran Noce? Questo si chiedevano gli abitanti della fattoria, mentre il solco di rancore che li separava si faceva silenziosamente piú profondo, piú minaccioso. Con "Il rapporto del gendarme" Simenon offre ai suoi lettori un romanzo di alta classe, compatto, teso, impressionante: un capolavoro.